Il giallo brilla.
Brilla di gialli diversi;
gialli cedrini, arancioni e verdi
sbocciano sulla buccia.
Wallace Stevens
Ciao, sono Sara, questa è Afilorefe, e oggi c’è la luna piena.
A voi piace il giallo?
Pensate a un limone. Al calore della polpa; alle sfumature chiare e luminose della buccia; al giallo traditore del frutto che pian piano si rinsecchisce.
Ora pensate a una camera da letto tutta dipinta di giallo; un giallo acceso che non vi dà tregua. Il giallo è un colore terribile.
Amato, perché di giallo sono fatte la luce e la ricchezza; il miele, l’oro, il sole e il grano. Lo zafferano. Odiato, perché sembra essere stato creato dal demonio in persona: è il colore della gelosia, dell’invidia, dell’irrazionalità e della follia.
# 1 - Una cosa che ho scoperto / I polizieschi sono gialli (per davvero)
In un giallo che si rispetti, di solito, ci sono: un crimine, un’indagine, un colpevole e qualche persona che investiga.
I francesi chiamano un romanzo appartenente a questo genere letterario roman policier; i tedeschi lo definiscono Kriminalroman; in inglese parlano di detective story. In polacco, di powiesc sensacjna, “storia a sensazione”. E così via.
E allora perché, in Italia, e solo in Italia, i gialli si chiamano gialli?
Perché, un centinaio di anni fa, la Mondadori ha ideato una collana di romanzi polizieschi. Le loro copertine erano tutte colorate di giallo.
Nel 1929, la Mondadori lancia i primi quattro titoli per iniziare a sondare gli interessi e i gusti del pubblico. Costano 5 lire e mezzo. In un solo mese, arrivano a vendere 50mila copie. Le copertine sono gialle perché risaltino nelle librerie, così come nelle edicole. Pare infatti che il giallo sia il colore più facilmente distinguibile da lontano (pensate anche ai famosi taxi di New York, o agli scuolabus).
Le copertine dei gialli Mondadori diventano iconiche in men che non si dica. Su uno sfondo giallo, ecco aprirsi un cerchio colorato di rosso; al suo interno un’illustrazione dal sapore cinematografico che ci cattura.
La grafica è stata ideata dall’illustratore Roberto Jacono, che da allora fu soprannominato “l’uomo del cerchio”.
# 2 - Guardarsi attorno / Pericolo giallo
Nel XIX secolo, l’Occidente inizia a temere che i popoli asiatici possano conquistare il mondo e annientarlo. Nella cultura di massa, la paura della decadenza si mescola a stereotipi razzisti, colonialisti e imperialisti, e finisce per dare forma alla paranoia del “pericolo giallo”.
Durante la guerra russo-giapponese, tra il 1904 e il 1905, la percezione delle nazioni orientali come minacciose e crudeli prende il sopravvento. Il quotidiano francese Le Parisien commenta così le notizie che giungono dal fronte:
La Russia rappresenta per noi non solo la razza bianca in lotta con la razza gialla, ma l'anima stessa della civiltà che combatte lo spirito barbarico.
Nel 1911, il predicatore G. G. Rupert pubblica The Yellow Peril, con cui si diffonde la teoria del “pericolo giallo”.
La letteratura popolare del primo Novecento fa leva sul terrore dilagante. Prendendo spunto dai fatti di cronaca, si cimenta in un nuovo filone fantapolitico, al cui centro torna continuamente l’invasione dell’Occidente da parte delle potenze asiatiche: da The Yellow Danger del britannico M. P. Shiel, a L'Invasion jaune del francese Émile Driant, fino ad arrivare a La principessa delle rose dell’italiano Luigi Motta.
Uno dei personaggi più emblematici dello spirito del tempo è lo spietato dottor Fu Manchu, nato dalla penna di Sax Rohmer:
Immaginate una persona, alta, magra e felina, ben messa, con una fronte come quella di Shakespeare e un viso come quello di Satana, un cranio ben rasato e lunghi, magnetici occhi, verdi come quelli di un gatto. Investitelo di tutta l'astuzia crudele dell'intera razza orientale, accumulata in un intelletto gigantesco, con tutte le risorse della scienza passata e presente… Immaginate quest'essere terribile e voi avrete un'immagine mentale del Dott. Fu-Manchu, il pericolo giallo incarnato in un uomo.
Non mancano le trasposizioni cinematografiche. Come La maschera di Fu Manchu, o The Yellow Menace, in 16 episodi, che racconta la storia di un personaggio mongolo che trama per distruggere gli Stati Uniti.
# 3 - Un libro / Il nastro
Le ruban, di Adrien Perlage, è la storia di un nastro giallo: un segnalibro di stoffa che trasforma ogni illustrazione in qualcosa di vivo, regalandole di volta in volta proprio quel dettaglio che mancava.
Il nastro giallo è la coda di un topolino; volta la pagina e diventa la lingua di un serpentello, un laccio di scarpa che si è sciolto, un fulmine in mezzo a un temporale… Questo libro è una raccolta di idee, costruita attorno all’unica cosa che resta fuori dal libro: ancora e ancora quel semplice pezzo di stoffa colorato di giallo.
Spuntini
Il fiume giallo, in Cina:
Avete mai visto le 95 tesi di Martin Lutero, l’atto di fondazione del Portestantesimo? Date un’occhiata qui.
Fenicotteri che mangiano sott’acqua:
La Divina Commedia in realtà virtuale? Sì, grazie.
Un’illustrazione tratta dai Delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe, considerato il primo giallo della letteratura europea.
Le conseguenze disastrose dell’oggettificazione e dell’imposizione di canoni di bellezza: dalla chirurgia estetica alla “zoom face”.
Come si scrive un buon racconto? Risponde Flannery O’Connor.
Alla prossima luna piena,
Sara