"Il vecchio e il mare" #3: Il vecchio e il marlin
"Ay" disse ad alta voce
Il vecchio è per mare, ha gettato la sua esca e attende, sapiente e paziente.
Nel frattempo,
A cento tese di profondità un marlin stava mangiando le sardine che coprivano la punta e il gambo dell’amo dove l’amo curvato a mano sporgeva dalla testa del piccolo tuna.
Un marlin è un “pesce spada del genere Makaira che frequenta le coste atlantiche”.
Quando ci appare, in superficie, il marlin è maestoso: “lungo, profondo, largo, argenteo e striato di viola e interminabile nell'acqua”.
Santiago lotta con il pesce e il pesce lotta per la sua vita. Il tempo del racconto è quello della natura, che senza sosta ripete se stessa, dall’alba al tramonto, per poi ricominciare. È il tempo della notte e poi del giorno; è il tempo dei pesci.
Il vecchio è in mezzo al mare, inghiottito dalle tenebre:
Ormai era buio come diventa buio in fretta quando tramonta il sole in settembre.
Galleggia su di una profonda distesa d’acqua; solo il cielo sopra la sua testa:
Sotto le stelle, e nella notte che diventava sempre più fredda, mangiò metà di un filetto di delfino e un pesce volante, sventrato e senza testa.
Poi, la luce:
Quando il pesce incominciò a girare il sole si stava levando per la terza volta da quando il vecchio aveva preso il mare.
C'è un momento in cui il vecchio vince e il marlin muore. Il corpo del pesce ora appartiene a Santiago, che prontamente lo lega alla barca per portarlo a casa: il vecchio non è più maledetto, e neppure sfortunato. O almeno non lo sarà per i successivi sessanta minuti:
Passò un’ora prima che il primo pescecane lo azzannasse.
Dopo un’estenuante viaggio di ritorno, alla fine Santiago riesce a raggiungere le sue amate sponde; il marlin ormai ridotto a uno scheletro.
Il ragazzo – che tante volte il vecchio ha invocato, mentre era per mare – è lì ad aspettarlo; gli altri pescatori restano a bocca aperta.
Uno di loro a un certo punto grida: “Era lungo cinque metri e mezzo dal muso alla coda”. Intanto,
In cima alla strada, nella capanna, il vecchio si era riaddormentato. Dormiva ancora bocconi e il ragazzo gli sedeva accanto e lo guardava. Il vecchio sognava i leoni.
Così finisce il racconto di Hemigway.
Tutto quello che questo libro ha provato a dire, secondo me, è racchiuso in una piccola parola: Ay.
“Ay” disse il vecchio:
“Ay” disse ad alta voce. Non esiste traduzione per questa parola e forse non è che un rumore come potrebbe emettere involontariamente chi si sentisse trafiggere le mani da un chiodo piantato nel legno.