Afilorefe #3: Lancette
Una meridiana utile agli altri, non a Jachino che vive nel tempo senza perderne la nozione, come una condanna
Ho conosciuto l'uomo-orologio; quando io l'ho conosciuto era poco più che un ragazzo-orologio: suonava il tamburo nella banda di mio nonno buonanima. Si chiama Jachino Asero, e di lui hanno parlato anche i giornali. Potete chiedere a Jachino in qualsiasi momento del giorno e della notte, che ora è; egli vi risponde, senza consultare il sole o le stelle, con una esattezza che sconcerta. Sulla facciata della sua casa è piantata una meridiana, come insegna della eccezione che vi abita; una meridiana utile agli altri, non a Jachino che vive nel tempo senza perderne la nozione, come una condanna.
Turi Vasile, La bandiera della sua solitudine
Ciao, sono Sara, e oggi c’è la luna nuova.
Guardiamo le strade che piano piano si ricoprono di foglie e rientriamo a casa insieme al buio che ci fa compagnia: ottobre è finito e come ogni anno abbiamo spostato le lancette indietro, verso il sole.
#1 - Una cosa che ho scoperto / Cannoni, insetti, guerre e lancette
L’idea di introdurre l’ora legale è nata dall’esigenza di rincorrere il più possibile la luce del sole.
Molto tempo prima che ci si azzardasse anche solo a pensare di toccare le lancette degli orologi, nel lontano 1784, Benjamin Franklin scrisse una lettera satirica al Journal de Paris. In Francia, la gente si svegliava tardi e spendeva una fortuna in illuminazione notturna. Il celebre inventore si vantava di aver trovato un modo infallibile per godere più a lungo delle ore di luce, e quindi risparmiare sulle candele. Sarebbe bastato forzare la popolazione a diventare mattiniera, attraverso quattro bizzarri stratagemmi:
introdurre una tassa sulle persiane;
razionare la vendita delle candele;
imporre un divieto di circolazione dopo il tramonto;
svegliare tutta la città di Parigi alle prime luci del sole, facendo suonare le campane e sparando un colpo di cannone in ogni via della città.
Anche se Franklin stava facendo il burlone, con l’avvento dell’era industriale, i ritmi delle giornate cambiarono e il risparmio energetico divenne davvero qualcosa di cui parlare.
Un secolo dopo, nel 1895, l’entomologo neozelandese George Vernon Hudson presentò un documento alla Società Filosofica di Wellington, in cui proponeva di spostare le lancette degli orologi in avanti durante l’estate. Per risparmiare sulla luce artificiale, certo, ma anche perché le persone potessero trascorrere un po’ più di tempo all’aria aperta, coltivando i propri hobby (nel suo caso, raccogliere insetti).
Nel 1907, la proposta venne ripresa dal costruttore britannico William Willett, che ne divenne un autentico paladino e la portò fino in Parlamento. Nel pieno della Grande Guerra, guadagnare un’ora di luce per produrre armi e munizioni e per favorire il risparmio energetico si rivelò essere un’idea interessante. Nel 1916, diversi Paesi introdussero per la prima volta l’ora legale.
L’ora legale venne soppressa e ripristinata più volte. Ritornò in auge durante la Seconda Guerra Mondiale e dopo qualche anno entrò definitivamente in vigore in diverse nazioni del mondo.
#2 - Guardarsi attorno / Il tempo, i treni e la politica
Fino all’Ottocento, ogni città misurava il tempo autonomamente, in base alla posizione del sole nel cielo.
Con la nascita delle ferrovie e del telegrafo, gli spostamenti e le comunicazioni si fecero più rapidi. Le discrepanze tra i vari orari — anche quando si trattava di una manciata di minuti — diventarono improvvisamente rilevanti. Per calcolare il momento esatto di partenza di un treno, servivano giusto un paio di calcoli:
Diventò necessario un sistema coordinato per il calcolo del tempo. La prima nazione a uniformare il proprio orario fu la Gran Bretagna, che stabilì un’unica fascia oraria per tutto il Paese. Seguirono a ruota gli Stati Uniti, dove, per via dell’estensione, la situazione era decisamente problematica. Venne risolta con l’istituzione di quattro fusi orari.
Nel 1884, si tenne l’International Meridian Conference. Il mondo intero fu diviso in 24 fusi orari e Greenwich venne scelto come meridiano di riferimento: ogni orologio si sincronizzò in base a una misura del tempo universalmente valida.
Esistono 39 fusi orari ufficiali: sono in continuo mutamento e ciascuno racconta una storia.
Ciclicamente, il governo spagnolo si ripropone di tornare all’ora di Greenwich, per cancellare una decisione presa nel 1942 dal dittatore Franco, allo scopo di allinearsi alla Germania di Hitler.
Nonostante la propria estensione, la Cina, dal 1949, ha un unico fuso orario. Nell’area di Xinjiang, però, mentre la popolazione di etnia Han fa riferimento al tempo di Beijing, la maggior parte della popolazione uiguri ha adottato una misura locale del tempo, come forma di protesta e arma di indipendenza.
Nel 2015, la Corea del Nord ha deciso di tornare a misurare il tempo come si faceva prima della colonizzazione giapponese, in occasione del settantesimo anniversario della liberazione (poi ha cambiato idea e si è allineata al fuso della Corea del Sud).
Oggi, c’è chi crede che il sistema dei fusi orari sia ormai superato e chi ha provato a creare un orario unico per il mondo di Internet (sto parlando della Swatch).
#3 - Un libro / Cose che succedono la notte
What Happens at Night, di Peter Cameron, è un libro fuori dal tempo, fatto di buio, di neve, e di un treno nella notte.
Quasi non esistono nomi, né per i personaggi, né per i luoghi. Di certo non esistono i minuti: ogni giorno e ogni notte scivolano l’uno nell’altra senza fare troppo rumore.
L’atmosfera è onirica, a tratti grottesca; il realismo delle emozioni è disperato: scava in quel che resta di un uomo e di una donna, e dei personaggi che incontrano, e ci fa percepire come familiari la decadenza e la solitudine dei corpi, dell’amore, degli animi.
Spuntini
Come funziona il tempo sulla luna? L’orologio per “moon walkers” progettato dall’astronomo Kenneth Franklin nel 1970 misura il tempo in lunazioni (che corrispondono a 29.530589 giorni sulla terra), mentre un’organizzazione svedese ha inventato il Lunar Standard Time, in attesa della colonizzazione (così dicono) del satellite che ruota attorno noi.
La crisi climatica spiegata in 20 grafici, dal Guardian.
Se avete voglia di leggere (o di ascoltare) un libro un po’ particolare, vi consiglio Dio la benedica, dottor Kevorkian: settantatré pagine per ventuno interviste immaginate da Kurt Vonnegut, “inviato speciale nell’aldilà”.
I paesaggi fatti di argilla colorata di Alisa Lariushkina.
Si può scrivere un libro sulle liste della spesa? A quanto pare sì.
Tra qualche giorno, Afilorefe va in vacanza (vi manderò una cartolina quando spunterà la luna piena). Per la prossima puntata, ci risentiamo il 4 dicembre.
Se avete voglia di seguirmi nel mio viaggio, mi trovate su Instagram.
A presto,
Sara
P.S.: vi saluto con Clocks, perché il titolo è decisamente appropriato e anche perché Chris Martin è un pronipote di William Willett: «The lights go out and I can't be saved».
Grazie per questo interessantissimo viaggio nel tempo, Sara.
Ps. La nota in riferimento a Nosferatu mi ha ucciso 😂
Continua cosi!