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Afilorefe #5: Neve

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Afilorefe #5: Neve

Nient'altro che del bianco a cui badare

Sara Cappelletti
Dec 19, 2021
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Nient'altro che del bianco a cui badare

Arthur Rimbaud

Ye Xin / Paesaggio d’inverno

Ciao, sono Sara, e oggi c’è la luna piena. Stiamo per lasciarci l’autunno alle spalle. L’inverno è pronto, con i suoi rami spogli e qualche fiocco di neve.

Anonimo italiano / Autunno e inverno

#1 - Una cosa che ho scoperto / Il microscopio di Wilson

Come nasce un fiocco di neve?

Quando una goccia d’acqua estremamente fredda entra in contatto con il pulviscolo atmosferico, inizia a congelarsi. È così che si crea il “cuore” di un cristallo di neve. Mentre cade verso il suolo, questo nucleo attrae altro vapore acqueo, e il fiocco diventa sempre più grande e sempre più “particolare”. Non ne esistono due perfettamente identici.

È il percorso che compiono durante la loro discesa a determinarne la forma, ogni volta diversa, plasmata dalle differenti temperature e gradi di umidità che incontrano attraversando, uno dopo l’altro, gli strati d’aria.

Insomma, esistono tanti, tanti tipi di fiocchi di neve, e non è semplice classificarli. Wilson Bentley ha passato la sua vita a innamorarsi delle loro forme e a studiarle.

Nato e cresciuto in Vermont un paio di secoli fa, per il suo quindicesimo compleanno riceve in regalo un microscopio. Osserva attentamente i cristalli di neve che riesce a catturare, e li disegna prima che si sciolgano:

Under the microscope, I found that snowflakes were miracles of beauty; and it seemed a shame that this beauty should not be seen and appreciated by others. Every crystal was a masterpiece of design and no one design was ever repeated. When a snowflake melted, that design was forever lost.

Qualche anno dopo, per strappare la loro bellezza allo scorrere del tempo, si procura una macchina fotografica. Il 15 gennaio 1885, dopo una serie di esperimenti falliti, riesce finalmente a scattare la prima micrografia di un fiocco di neve.

Wilson (che a me sembra molto felice)

Nei successivi 46 anni, colleziona migliaia di scatti, poi raccolti in un libro: Snow crystals (da qui potete prenderlo in prestito e sfogliarlo).

Uno dei fiocchi di neve di Wilson Bentley. Se volete curiosare tra altri scatti, li trovate qui e qui. E potete passare da qui se volete scoprire che aspetto hanno i cristalli di neve fotografati con un microscopio elettronico.

#2 - Guardarsi attorno / Vivere a Aomori

Aomori, racchiusa tra i monti Hakkōda e la baia di Mutsu, è la città più nevosa del mondo. Ogni anno viene ricoperta da circa 8 metri di neve.

Nel 2002, è stato installato un sistema di pompe di calore, per un totale di oltre 2000 metri quadrati. Così, in alcune zone, strade e marciapiedi vengono riscaldati perché la neve non attecchisca.

D’inverno, un tratto dell’autostrada nazionale, l’Hakkoda-Towada Gold Line, viene chiuso. Con l’arrivo della primavera, spazzaneve e bulldozer impiegano un intero mese per ripulire completamente la strada. Quando hanno finito, pochi giorni prima della riapertura, viene organizzata una camminata di 8 chilometri tra le pareti di ghiaccio.

Spazzaneve che si danno da fare / Photo credit: The Mainichi

La gente del posto comunque non se ne sta con le mani in mano. Spazzare via la neve potrebbe essere considerata un’attività molto noiosa, ma la Japan José Size Association la pensa diversamente, e ha trovato il modo di trasformare quest’incombenza in un simpatico workout.

Per il tutorial completo, cliccate qui. È in giapponese, ma le illustrazioni sono piuttosto chiare e c’è anche un video per cominciare con un bel riscaldamento!

Dove va a finire tutta questa neve? Dei camion la trasportano fino al porto, e da lì la scaricano in mare. Nel complesso, le operazioni di rimozione della neve nel distretto di Aomori costano ogni anno circa 35 milioni di dollari.

Ma c’è qualcosa di magico nella neve che resta. A una decina di chilometri dalla città, le montagne si popolano di juhyo: alberi che sommersi dal bianco e dal ghiaccio, si trasformano ogni inverno in “mostri di neve”.

“A veritable army of snow monsters” / Photo credit: Matt Wiseman

#3 - Un libro / Neve

Nell’estate del 1884, Yuko scrisse settantasette haiku, uno più bello dell’altro.
Un mattino di sole sbiadito, una farfalla gli si posò sulla spalla e vi lasciò una labile traccia di stelle, che la pioggia di giugno lavò via.
Talvolta, nell’ora della siesta, andava ad ascoltare il canto delle raccoglitrici di tè.
Un altro giorno trovò davanti alla porta una lucertola morta.
Per il resto del tempo non successe nulla.

Yuko è un giovane poeta giapponese che ama gli haiku e la neve. E Neve di Maxence Fermine è una piccola favola, da leggere quando le cime delle montagne a poco a poco si tingono di bianco e si è in cerca di parole semplici, quasi infantili, e della loro leggerezza.


Spuntini

  • In Frozen si possono contare fino a 2.000 forme diverse di fiocchi di neve. Per realizzare il film d’animazione, un team di matematici, fisici e grafici ha sviluppato un apposito software.

  • È nata una nuova collana della casa editrice minimum fax: è un bel progetto partecipativo, per raccogliere e ristampare libri che non si trovano più.

  • Le immagini satellitari delle manovre militari russe al confine con l’Ucraina.

  • Una donna ha restituito la tessera della biblioteca perché aveva la sensazione di aver letto tutti i libri. Un vecchio articolo di Internazionale su come funzionano i déjà vu.

  • C’è un legame tra lo sfruttamento delle risorse naturali e un certo numero di omicidi: nel 2020, il bilancio è stato di 227 vittime.

  • Ho una nuova libreria, così mi sono messa a leggere Come ordinare una biblioteca. Ci sono diversi spunti che vale la pena conoscere (e l’erudizione di Calasso è sconcertante).

  • Nella lingua scozzese esistono 421 diverse parole per indicare la neve. Nel deserto, invece, la neve cade di rado. Ma quando capita, lo spettacolo è questo.

  • [SPUNTINO BONUS] Panda che giocano in mezzo alla neve:


Ciao e buona neve.

A presto,
Sara

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