Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi?
Shining
Ciao, sono Sara, e oggi c’è la luna piena.
Halloween è alle porte. E allora spalanchiamole.
Questa è Orrore: il numero due di Afilorefe.
#1 - Una cosa che ho scoperto / Cartoline da incubo
I romanzi e i film dell’orrore fanno paura.
Ma anche le vecchie cartoline di Halloween non scherzano. Succede un po’ di tutto. A quanto pare, quando non hanno niente da fare, i diavoli si rilassano seduti sulla testa delle zucche.
Forse proprio per colpa di questi diavoli, è meglio che i bambini non si guardino allo specchio, se non vogliono vedere cose che non vogliono vedere.
Ma attenzione, non fate rumore: ci sono i fantasmi!
In ogni caso, anche le zucche vogliono andare in paradiso.
#2 - Guardarsi attorno / Il piacere del terrore
Esiste un misterioso e mostruoso connubio tra repulsione e attrazione, di fronte all’orrore.
Quando guardiamo un horror, leggiamo un romanzo gotico, o giriamo per le strade la notte di Halloween, decidiamo (anche) di confrontarci con quello che ci spaventa. Siamo nella posizione di esorcizzare le nostre paure e di controllarle perché abbiamo la certezza di essere al sicuro: sono esperienze catartiche, che ci lasciano in uno stato misto di sollievo e piacevole eccitazione.
Ma cosa succede quando l’orrore rappresentato è reale? Cosa proviamo di fronte alle fotografie di guerra, per esempio? Susan Sontag non solo se l’è chiesto, ma ha anche risposto, scrivendo un libro imprescindibile: Davanti al dolore degli altri.
Forse proviamo assuefazione: una sorta di anestesia emotiva, perché la nostra sovraesposizione alle immagini crude e violente è sempre più intollerabile. Oppure compassione, che però non basta.
L’estasi atroce che a volte suscita in noi la visione dell’orrore può essere una chiave che ci apre le porte dell’abisso e ci costringe a continuare a fissarlo, a darne testimonianza e infine ad agire davanti al dolore degli altri.
#3 - Un libro / Rosemary’s baby
Rosemary aprì gli occhi e vide due occhi gialli, ardenti, avvertì odore di zolfo e di radice di tannis, sentì un alito umido sulle sue labbra, udì i grugniti di piacere e di desiderio e l’ansimare degli spettatori. Non è un sogno, pensò. Sta succedendo veramente.
Guy e Rosemary Woodhouse, una giovane coppia, si trasferiscono nel Bramford, un vecchio palazzo di Manhattan. La loro vita sembra prendere la piega giusta: Guy ottiene la parte che ha sempre sognato e Rosemary resta finalmente incinta. Da quel momento in avanti, la storia si trasforma in un vortice di incubi notturni, vicini di casa inquietanti e premonizioni.
Ira Levin ha scritto un romanzo estremamente oscuro, con cui già nel 1967 parla di violenza psicologica in modo magistrale.
Tradotto in italiano da Attilio Veraldi per Sur, è diventato anche un (gran) film, girato da Roman Polanski nel 1968.
Spuntini
Il Science of Scare Project elegge ogni anno i film più spaventosi al mondo (nel 2021 ha vinto Host: un film indipendente di 56 minuti, interamente girato tramite Zoom).
Il 17 ottobre era lo Spreadsheet Day, la giornata dedicata ai fogli di calcolo. Ma non sono cose noiose? Mentre noi ce lo domandiamo, Tatsuo Horiuchi usa Excel per dipingere. E il Dataninja Magazine ci spiega perché i fogli di calcolo possono essere cose belle.
Conoscete Pelledoca? È una casa editrice specializzata in thriller, noir e mistero che a me piace davvero tanto.
A quanto pare, quando proviamo orrore, facciamo più o meno questa faccia qui:
Afilorefe torna il 4 novembre, quando c’è la luna nuova.
Se mi scrivete, mi fa piacere!
A presto,
Sara