Incontrai un viandante di una terra antica,
che diceva: “Due enormi gambe di pietra senza tronco
stanno in piedi nel deserto… Vicino a loro, nella sabbia,
mezzo affondato, giace un volto in frantumi
[…]
E sul piedistallo, queste parole cesellate:
«Il mio nome è Ozymandias, re di tutti i re,
ammirate, voi potenti, la mia opera, e disperate!»
Null'altro rimane. Intorno alle rovine
di quel rudere colossale, spoglie e sterminate,
le piatte sabbie solitarie si estendono oltre confine.”
Percy Shelley, Ozymandias
Ciao, sono Sara, e oggi c’è la luna nuova.
Questa è Statue: il numero uno di Afilorefe. Parliamo di colossi che volano, simboli che cadono e Lenin.
#1 - Una cosa che ho scoperto / Hanno spostato Abu Simbel
Negli anni Cinquanta, il governo egiziano decide la costruzione della Grande diga di Assuan. La regione storica della Nubia e i suoi monumenti sono a rischio inondazione. I templi di Abu Simbel, voluti da Ramses II, si trovano a pochi metri dalle rive del Nilo.
Grazie a un appello dell’UNESCO e alla collaborazione tra 113 nazioni, i templi vengono tagliati in blocchi, numerati, smontati e riassemblati su di una collina poco distante.
In quei giorni, i giganteschi ritratti di pietra del faraone sorvolano le sabbie del deserto.
#2 - Guardarsi attorno / Piovono statue
Tempo fa, in Ucraina, si potevano contare 5.500 statue di Lenin. Sì, cinquemilacinquecento. Oggi non ne resta neppure una. Negli anni, abbatterle è diventata una pratica talmente sentita e diffusa che le hanno dato un nome, Leninopad: “pioggia di Lenin”.
L’anno scorso, negli Stati Uniti e in diversi paesi europei, in seguito all’omicidio di George Floyd, sono state colpite diverse statue intitolate a personaggi che avevano a che fare con il razzismo, lo schiavismo e il colonialismo.
In entrambi i casi, le voci che si sono levate sono state varie e contrastanti. Possiamo parlare di vandalismo, di censura e di cancellazione della memoria (collettiva, ma anche personale)? Oppure si tratta fondamentalmente di riappropriarsi degli spazi pubblici e di rielaborare la propria identità? Si può dire a persone sistematicamente escluse da ogni discorso, come sarebbe giusto elaborare il trauma del razzismo e del colonialismo? Quanto sarebbe importante conservare e contestualizzare? E in quale misura e con quali modalità sarebbe giusto farlo?
Domande simili e riflessioni interessanti, qui, qui e qui. Il Chicago Monument Project, nel frattempo, propone di trovare soluzioni partendo da qualcosa di molto semplice: ascoltare.
#3 - Un libro / Looking for Lenin
Il fotografo Niels Ackermann e il giornalista Sébastien Gobert hanno cercato quello che resta di Lenin in Ucraina, e ne hanno fatto un libro.
Spoiler: alcune teste sono state nascoste, tantissimi piedistalli sono rimasti vuoti, una statua è stata trasformata in Darth Vader.
Spuntini
L’India sta cercando di battere il suo stesso record per la statua più alta del mondo (nonostante l’evidente spreco di risorse).
I libri del Saggiatore sono in sconto del 20% fino al 31 ottobre. E anche quelli di Bollati Boringhieri.
Il capo di Stato di El Salvador, Nayib Bukele, ha deciso di presentarsi su Twitter come “El Dictador más cool del mundo mundial”. Fa ridere? No.
Ho letto Diario di rondine, di Amélie Nothomb, e ve lo consiglio.
Ho scritto una cosa che ha a che fare con le statue. S’intitola Impronte di gesso.
A Berna esiste una statua molto strana di un uomo che divora dei bambini.
Afilorefe torna il 20 ottobre, quando c’è la luna piena.
Se vuoi scrivermi, basta che rispondi a questa mail. Mi trovi anche su Instagram dove ogni tanto parlo di libri.
A presto,
Sara