Afilorefe

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Afilorefe #1: Statue
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Afilorefe #1: Statue

Due enormi gambe di pietra senza tronco stanno in piedi nel deserto

Sara Cappelletti
Oct 6, 2021
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Incontrai un viandante di una terra antica,
che diceva: “Due enormi gambe di pietra senza tronco
stanno in piedi nel deserto… Vicino a loro, nella sabbia,
mezzo affondato, giace un volto in frantumi
[…]
E sul piedistallo, queste parole cesellate:
«Il mio nome è Ozymandias, re di tutti i re,
ammirate, voi potenti, la mia opera, e disperate!»
Null'altro rimane. Intorno alle rovine
di quel rudere colossale, spoglie e sterminate,
le piatte sabbie solitarie si estendono oltre confine.”

Percy Shelley, Ozymandias


Ciao, sono Sara, e oggi c’è la luna nuova.

Questa è Statue: il numero uno di Afilorefe. Parliamo di colossi che volano, simboli che cadono e Lenin.

Ozymandias aka Ramses II

#1 - Una cosa che ho scoperto / Hanno spostato Abu Simbel

Negli anni Cinquanta, il governo egiziano decide la costruzione della Grande diga di Assuan. La regione storica della Nubia e i suoi monumenti sono a rischio inondazione. I templi di Abu Simbel, voluti da Ramses II, si trovano a pochi metri dalle rive del Nilo.

Grazie a un appello dell’UNESCO e alla collaborazione tra 113 nazioni, i templi vengono tagliati in blocchi, numerati, smontati e riassemblati su di una collina poco distante.

In quei giorni, i giganteschi ritratti di pietra del faraone sorvolano le sabbie del deserto.

#2 - Guardarsi attorno / Piovono statue

Tempo fa, in Ucraina, si potevano contare 5.500 statue di Lenin. Sì, cinquemilacinquecento. Oggi non ne resta neppure una. Negli anni, abbatterle è diventata una pratica talmente sentita e diffusa che le hanno dato un nome, Leninopad: “pioggia di Lenin”.

L’anno scorso, negli Stati Uniti e in diversi paesi europei, in seguito all’omicidio di George Floyd, sono state colpite diverse statue intitolate a personaggi che avevano a che fare con il razzismo, lo schiavismo e il colonialismo.

Robert Milligan, schiavista

In entrambi i casi, le voci che si sono levate sono state varie e contrastanti. Possiamo parlare di vandalismo, di censura e di cancellazione della memoria (collettiva, ma anche personale)? Oppure si tratta fondamentalmente di riappropriarsi degli spazi pubblici e di rielaborare la propria identità? Si può dire a persone sistematicamente escluse da ogni discorso, come sarebbe giusto elaborare il trauma del razzismo e del colonialismo? Quanto sarebbe importante conservare e contestualizzare? E in quale misura e con quali modalità sarebbe giusto farlo?

Domande simili e riflessioni interessanti, qui, qui e qui. Il Chicago Monument Project, nel frattempo, propone di trovare soluzioni partendo da qualcosa di molto semplice: ascoltare.

#3 - Un libro / Looking for Lenin

Il fotografo Niels Ackermann e il giornalista Sébastien Gobert hanno cercato quello che resta di Lenin in Ucraina, e ne hanno fatto un libro.

Spoiler: alcune teste sono state nascoste, tantissimi piedistalli sono rimasti vuoti, una statua è stata trasformata in Darth Vader.


Spuntini

  • L’India sta cercando di battere il suo stesso record per la statua più alta del mondo (nonostante l’evidente spreco di risorse).

    Vi presento la statua più alta del mondo: 182 metri (senza piedistallo). Per farvi un’idea delle dimensioni, cliccate qui.

  • I libri del Saggiatore sono in sconto del 20% fino al 31 ottobre. E anche quelli di Bollati Boringhieri.

  • Il capo di Stato di El Salvador, Nayib Bukele, ha deciso di presentarsi su Twitter come “El Dictador más cool del mundo mundial”. Fa ridere? No.

  • Ho letto Diario di rondine, di Amélie Nothomb, e ve lo consiglio.

  • Ho scritto una cosa che ha a che fare con le statue. S’intitola Impronte di gesso.

  • La Divina Commedia nell’Arte.

  • A Berna esiste una statua molto strana di un uomo che divora dei bambini.


Afilorefe torna il 20 ottobre, quando c’è la luna piena.

Se vuoi scrivermi, basta che rispondi a questa mail. Mi trovi anche su Instagram (dove parlo di libri) e Twitter (dove ho iniziato a parlare da poco).

A presto,
Sara

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