Come quando attraversi a nuoto un fiume reale, imprevedibile e infido, e se riesci a raggiungere l'altra sponda sei una persona diversa rispetto a quella che è entrata in acqua.
Joyce Carol Oates
Ciao, oggi c’è la luna piena e questa è afilorefe.
Nelle ultime settimane mi è capitato di imbattermi in diverse storie che avevano a che fare con il nuoto, così ho pensato di dedicare la puntata numero 14 a questo sport acquatico.
1 - Una cosa che ho scoperto / Nuotare come un vero samurai
Il nuoto era uno dei fondamenti dell'arte samurai. Non c’è da stupirsi: il Giappone è un arcipelago, per cui capitava piuttosto spesso che i guerrieri dovessero tuffarsi in mare, guadare un fiume, o combattere in acqua.
In ogni angolo del Paese, i maestri insegnavano ai loro adepti come nuotare silenziosamente, come sfidare le correnti sott’acqua, come affrontare le rapide, come superare gli ostacoli e come maneggiare le armi, in piedi, tra le onde, mantenendole perfettamente asciutte.
A quanto pare, si diceva che il generale Ieyasu Tokugawa fosse in grado di attraversare un fiume in piena “senza che una singola goccia bagnasse il suo elmo preferito.”1.
Oggi, l’eredità samurai vive ancora in diverse scuole di nuoto: chi pratica questa antica arte afferma che sia rilassante, stimolante e che sia un ottimo modo per mantenersi in ottima salute e allo stesso tempo un buon metodo per raggiungere un soddisfacente equilibrio tra corpo e mente2.
Ogni anno, si tengono competizioni tradizionali di Nihon Eiho (“nuoto giapponese”). Le prove includono specialità come nuotare tenendo un ventaglio tra le dita dei piedi e un ombrello tra le mani, o realizzare un’opera calligrafica mentre si nuota sul dorso.
2 - Guardarsi attorno / Il valore sociale del nuoto
Il 22 ottobre sono stata a Lodi per il Festival della Fotografia Etica. Tra le immagini che mi hanno colpito, ci sono due scatti che mi hanno portato a riflettere sul valore sociale che può avere un’attività come il nuoto.
La prima è un ritratto di una donna olandese di nome Saskia, catturato da Julia Gunther.
Ogni mattina, Saskia si tuffa nel lago IJ di Amsterdam e ne riemerge stringendo tra le mani sacchetti ricolmi di rifiuti.
Insieme a un gruppo di nuotatrici di fondo, cerca di catturare la plastica che si annida nel lago: quella più pesante, che lentamente si deposita in profondità, e quella più leggera, che si ostina a galleggiare sulla superficie.
Tra la primavera e l’autunno, quando il traffico fluviale si fa particolarmente intenso, il lavoro della sua squadra diventa una lotta contro il tempo.
La seconda immagine è un assaggio del progetto “Fonte di giovinezza” di Laure Andrillon.
La donna nella fotografia è una veterana dell’Harlem Honeys & Bears: una comunità afroamericana di nuoto sincronizzato fondata nel 1979 a Harlem. Ne fanno parte persone di un’età compresa tra i 64 e i 100 anni.
Alcune di loro hanno praticato il nuoto fin da giovani, ma la maggior parte ha imparato proprio quando si è unita alla squadra. Jean Miller, per esempio, ha evitato di nuotare per tutta la vita. Finché un giorno, gli Harlem Honey & Bears le hanno chiesto di unirsi a loro. Aveva 63 anni.
Come si racconta in un reportage fotografico pubblicato dal Nike Journal all’interno di una rubrica dedicata “alle squadre e ai club che sfidano lo status quo nello sport”:
Insieme, hanno ottenuto riconoscimenti, superato malattie croniche, forgiato amicizie, ma, cosa forse ancora più importante, hanno condiviso la propria passione e le proprie abilità con tutta la comunità locale tramite un programma di nuoto per giovani.
Al di là dei benefici che questi intrecci generazionali possono portare all’intera comunità per il fatto stesso di creare occasioni di scambio e relazione altrimenti improbabili, c’è un altro punto che è necessario conoscere per comprendere a pieno la portata di questo progetto.
Il razzismo sistemico e la segregazione che è stata per lungo tempo in vigore nelle piscine statunitensi hanno reso difficile (quando non impossibile) alla comunità afroamericana l’accesso al nuoto e hanno dato vita a pregiudizi e diffidenze, ancora oggi difficili da scardinare. Un recente studio dell’Università di Memphis ha stabilito che, di conseguenza, i bambini e le bambine di colore nero corrono un rischio tre volte maggiore di annegare rispetto ai loro coetanei e alle loro coetanee di colore bianco.
3 - Un libro / L’ombra del Massaggiatore Nero
Haunts of the Black Masseur (L’ombra del Massaggiatore Nero) è l’unico libro di Charles Sprawson, che racconta di corpi che nuotano, si tuffano, riemergono, raggiungono gli abissi e poi ritornano di nuovo in superficie, o cadono per sempre verso il fondo.
Tra le pagine, scorre la storia e il significato di questo sport antichissimo: un viaggio che parte dalle sorgenti, attraversa fiumi limacciosi, rincorre leggende nascoste nei bagni turchi e nelle piscine assolate della California, e arriva fino alle cascate del Niagara, per poi proseguire ancora oltre.
Come ha scritto il poeta James Hamilton-Paterson, leggere questo libro di Sprawson fa
l’effetto di ascoltare il rumore della barriera corallina di notte. È più della nudità di non indossare quasi nulla, è più che vulnerabilità. È la sensazione di messaggi animali che passano attraverso di te come se, fatto per sette decimi d’acqua, il proprio corpo fosse trasparente.
Spuntini
Ho iniziato a seguire il corso “Leggimi ancora”, un progetto interamente dedicato alla pratica didattica della lettura ad alta voce.
Ocean Photographer of the Year: le fotografie vincitrici. Non ne avete abbastanza? Qui anche le immagini che hanno trionfato ai Nikon Small World Awards.
Il quadro di Piet Mondrian New York City è rimasto appeso a testa in giù per 77 anni. Poi, la storica dell’arte Susanne Meyer-Büsera se n’è accorta, grazie a una vecchia fotografia. Qui tutta la storia.
La casa editrice ELI mette a disposizione gratuitamente il primo numero delle sue riviste linguistiche. Potete scaricarle da qui.
Parliamo di insonnia: cos’è e come affrontarla, qualche consiglio.
Fumetti: l’elenco dei premiati ai Lucca Comics Awards.
Non solo Saskia: Ad Amsterdam i turisti possono pagare per partecipare a gite in barca in cui ripuliscono i canali.
A presto,
Sara
Non sono riuscita a verificare la fonte, ma se ne parla in questo blog.