On air. Off shore. Out of control.
I Love Radio Rock
Ciao, sono Sara, oggi c’è la luna piena e questa è afilorefe versione isolamento, dopo qualche colpo di tosse, un tampone positivo, la febbre e un'ondata di debolezza.
#1 - Una cosa che ho scoperto / La notte della guerra dei mondi
Immagina la scena. È il 30 ottobre del 1938 e vivi in una fattoria a Grover's Mill, nel New Jersey. Accendi la radio: “Diamine! Ancora le previsioni del tempo!” ti lamenti a bassa voce. Giri con stizza la manopola dell’apparecchio in cerca di qualche notizia che non ti faccia salire il malumore. Dalla cucina ti urlano di tornare indietro: un attimo di pazienza e qualche nota comincerà a volare nell’aria. Tu mugugni qualcosa, ma alla fine cedi, appena in tempo perché una voce invada il salotto:
Signore e signori, vogliate scusarci per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute ad intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini spettroscopiche hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra ad enorme velocità.
Il racconto prosegue in modo inquietante: un meteorite ha colpito il New Jersey, proprio dalle tue parti. Strane creature e macchine terrificanti avanzano verso New York, accompagnate da nuvole di gas velenoso.
Per poco non cadi dalla sedia: “Che diavolo sta succedendo?”.
Per chi ha seguito il programma fin dall’inizio la risposta è facile: niente. The Mercury Theatre on the Air, guidata da Orson Welles (il geniale regista di Quarto Potere, per intenderci), è in onda sulla CBS con uno dei suoi adattamenti radiofonici di classici letterari. Per questa puntata, la compagnia ha scelto La Guerra dei Mondi di Herbert George Wells.
Perché il racconto ad alta voce sia il più possibile intrigante e coinvolgente, gli attori della Mercury trasformano il romanzo in un finto notiziario giornalistico trasmesso a singhiozzi. Per rendere il tutto ancor più verosimile, ci infilano anche un’intervista a un presunto astronomo e la lettura di un falso bollettino diramato dalle autorità. Lo spettacolo culmina nella cronaca dell’inviato sul posto: il suo racconto concitato si mescola alle grida di chi si trova sul luogo dell’impatto. A un certo punto un raggio di calore incenerisce la folla e… SBAM! ecco apparire i marziani alla conquista del mondo.
Per te, che hai cominciato ad ascoltare in ritardo, non è così semplice distinguere la realtà dalla finzione… O forse sì?
Il giorno dopo, le prime pagine dei giornali denunciano la trovata della Mercury Theatre senza mezzi termini: la radio ha terrorizzato gli Stati Uniti d’America.
Welles indice una conferenza stampa per scusarsi, in un modo tutto suo:
Q: Should you have toned down the language of the drama?
MR. WELLES: No. You don’t play murder in soft words.
Col tempo, “la notte della Guerra dei Mondi” si è caricata di un’aura leggendaria: si è parlato sempre più spesso di un’isteria collettiva che avrebbe colpito milioni di persone.
Anche se i numeri furono di gran lunga inferiori, senza dubbio ci fu chi scappò sulle colline o si barricò in casa, o addirittura organizzò la resistenza, come l’arzillo William Dock, 76 anni.
Non mancò chi intuì subito che si trattava di un radiodramma, o decise di verificare la notizia nel modo più razionale possibile: chiamando la CBS, i giornali o la polizia.
A onor del vero, ci fu anche chi decise di aspettare la fine del mondo dormendo. James Anderson stava facendo un pisolino, quando sua moglie lo svegliò. “E lei che cos’ha fatto?” gli chiese un reporter il giorno dopo.
“Oh,” yawned Anderson, “I just looked out the window and saw everything was about the same and went back to sleep.”1.
#2 - Guardarsi attorno / Voci di donne
C’è una bella radio comunitaria in Algeria: si chiama Voix de Femmes e trasmette in arabo, francese e tamazight.
Il suo obiettivo è rendere il panorama mediatico pluralistico e diversificato e fare informazione per creare consapevolezza.
Le giornaliste e le volontarie di Voix de Femmes si interessano in particolare di temi come la violenza contro le donne, la salute sessuale e riproduttiva femminile e gli stereotipi che minano la rappresentazione della donna nella società. Un altro degli obiettivi è quello di sensibilizzare le persone sull’uso delle tecnologie, far comprendere loro l'importanza di un dialogo aperto e democratico, anche online, e dar loro gli strumenti per difendersi quando non si sentono al sicuro.
Proprio per questo motivo, hanno partecipato al Salone internazionale del libro d’Algeri – la fiera del libro più grande del continente africano e del mondo arabo – con uno stand attraverso il quale parlare della violenza online di cui sono spesso vittime donne e ragazze. Come spiega una delle fondatrici della radio, Samira Dehri, in un’intervista a Internazionale: "Vengono insultate sui profili social, ricattate con foto, non tutte sanno come rispondere. Siamo qui per fare un sondaggio e approfondire l’argomento.".
Dal Salone, la radio Voix de femmes ha anche raccontato tutte le iniziative editoriali più interessanti e le voci del movimento femminista algerino, che si levano insieme per cercare le proprie radici, aprirsi a nuove testimonianze e parlarne al mondo. Un bell’esempio in questo senso è la collaborazione tra un progetto come l’Archivio delle lotte delle donne in Algeria e la rivista La Place. Il numero zero, tra le altre cose, contiene: diverse interviste, la lista dei femminicidi avvenuti in Algeria nel 2021, le cronache giudiziarie di un divorzio per abusi, racconti delle lotte femministe dagli anni ‘80 e ‘90.
#3 - Un libro / Radio città perduta
Ho appena cominciato a leggere Radio città perduta. Non so ancora dirvi cosa ne penso. L’ha scritto Daniel Alarcón e inizia così:
Quel martedí mattina interruppero la trasmissione di Norma perché un ragazzino era stato scaricato davanti alla sede della radio.
Norma è la conduttrice di un programma radiofonico molto particolare, in cui legge i nomi delle persone scomparse durante gli anni della guerra civile. Anche Rey, suo marito, è un desaparecido. Un giorno, nella vita di Norma, fa capolino Victor: un orfano di undici anni. Da quel momento, tracce di memoria cominciano a risalire in superficie, fino a cancellare l’oblio di quelle persone cancellate, ma mai dimenticate.
Conoscevate questo libro? Vi incuriosisce?
Spuntini
Radiooooo: una macchina del tempo musicale. Voi scegliete un Paese e un decennio e Radiooooo fa il resto: un modo bellissimo di esplorare il mondo, la musica e i propri gusti in fatto di canzoni.
Il viaggio come “itinerario di emancipazione” secondo Valentina Pigmei: una recensione-riflessione sul libro Le femmes aussi sont du voyage di Lucie Azema.
Una raccolta di immagini del Telescopio James Webb
“Chi complica è complice”: la differenza tra complicato e complesso spiegata bene da Andrea M. Alesci nell’ultima puntata della sua newlsetter, Linguetta.
C’è chi usa i libri come accessori? A quanto pare sì.
Voci dal carcere: The Tank, storia di una radio nel braccio della morte
Ciao e a presto,
Sara
Dixon, George. 1938. A Martian raid can’t wake up Grover’s [sic] Mill. New York Daily News, November 1.