Ciao, sono Sara, oggi c’è la luna nuova, e questa è la terza puntata di Cartões postais.
Tutto è cominciato lo scorso inverno, con tre cartoline dal Portogallo. Poi, a giugno, vi ho spedito qualche scatto delle Cicladi.
È stato un esercizio interessante scegliere pochissime fotografie tra le tante (forse troppe) raccolte viaggiando. Mi è piaciuto condividerle con voi in questa newsletter, lontano dalle logiche dei social: non qualcosa che si mescola senza soluzione di continuità a chissà quante altre immagini e parole, ma uno spazio libero, che io ogni volta decido di riempire e che voi, di volta in volta, decidete di abitare, oppure no.
Così, ho pensato di trasformare questo “esperimento” in un appuntamento mensile: d’ora in avanti, ogni volta che ci sarà la luna nuova, sceglierò tre fotografie che ho scattato in un luogo di cui, per un motivo o per l’altro, penso valga la pena dire qualcosa (anche semplicemente affermare che esiste).
In cima al colle Biumo, a Varese, c’è un parco. È verde, anzi, verdissimo. Tra i fili d’erba e le fronde degli alberi, si nasconde una villa.
Si chiama Villa Panza, in onore del conte Giuseppe, che la trasformò in un museo, al grido di: «dovrebbe essere una sorta di tempio laico, un luogo di meditazione dove ci si può riconciliare con se stessi e vivere un’esperienza di pienezza.».
E in effetti, qui, i quadri fanno parte delle pareti e le pareti dei quadri; le sculture si fondono con i pavimenti; le installazioni sono opere d’arte tanto quanto le finestre e gli scorci di mondo che ci invitano a osservare.
Quella di Villa Panza è arte ambientale nel senso più ampio del termine; non potrebbe esistere senza il colle Biumo, senza la sua luce e senza i suoi colori.
Questa è Skyspace I di James Turrell. E questo è quello che ho scritto quando sono uscita di lì:
Una porta bianca. Spingo. La luce mi divora. Non esiste più nient’altro, al mondo, se non questa luce bianca, tiepida, piena. Metto a fuoco le pareti e guardo verso l’alto. Il cielo è azzurro e qualche nuvola passa rapidamente sopra la mia testa. Ero in quella nuvola e ora sono di nuovo qui. Chissà se il cielo fosse stato nero, dove sarei finita. Chissà se fosse caduta un po’ di pioggia, cosa ne sarebbe stato di me.
E questa è A Winter Fable di Robert Wilson.
Conoscete la fiaba “Comare Volpe e Compare Lupo”? Comincia così:
C'era una volta un lupo e una volpe che si dicevano compare e comare e fecero il patto di dividere tutto quello che riuscivano a prendere.
Spoiler: non va a finire troppo bene.
Se capitate nella rimessa delle carrozze di Villa Panza, potete scoprire come ci si sente a saltare nel bel mezzo di una favola. Io mi sono sentita così:
Varco una soglia e il buio mi inghiotte. Un agnello, una volpe e un lupo. Il sangue tinge di rosso la neve del loro inverno, che ora è anche il mio.
A presto,
Sara
P.S. Se Villa Panza ti incuriosisce, ti è venuta voglia di tornarci, o semplicemente ti piacerebbe saperne di più, questo è il loro sito web e questa la loro pagina Instagram.